Un Viaggio alla scoperta del Parco del Mercantour
Rivista 156 – Luglio/Agosto 2017
Un Viaggio alla scoperta del Parco del Mercantour
Di Luca De Franco
Grazie ai numerosi progetti di salvaguardia dell’ambiente montano e di protezione della fauna, il parco del Mercantour è un luogo di natura integra e selvaggia.
A volte viene voglia di vedere delle montagne diverse. La frase potrebbe suonare strana: cosa vuol dire delle montagne diverse? Eppure a tutti è evidente che le montagne non sono tutte uguali per forme, colori, ambienti e molti altri particolari. Quindi voler vedere delle montagne diverse è, semplicemente, scoprire nuovi ambienti montani da confrontare con quelli di casa, quelli abituali. Noi siamo abituati ai paesaggi delle Alpi Centrali, quelli delle grande vette, dei ghiacciai, delle catene montuose che occupano tutto l’orizzonte visibile, ma le Alpi nei loro oltre 1200 chilometri di sviluppo nascondo mille tesori da scoprire ed esplorare.
La mia curiosità è stata attirata dall’idea di andare a scoprire i territori in cui nascono le Alpi di ponente. Quelle che partendo dal mare, da Ventimiglia, si elevano velocemente, rispetto al territorio circostante, e creano il basamento delle grandi vette che si trovano più a nord e che hanno nel Monviso il loro primo grande baluardo. L’area è molto grande e vasta per cui ho, ulteriormente, ridotto la mia piccola esplorazione a quella parte delle Alpi che, fin dagli albori dell’umanità o quasi, è stata testimone della presenza dell’uomo che, sfruttando il clima mite della zona,la ricchezza di vegetazione e l’abbondanza di animali, l’ha abitata creando i primi nuclei stabili, passando da uno stile vita nomade ad uno più residenziale, stanziale.
Ed in particolare ha attirato la mia attenzione il parco nazionale francese del Mercantour, che si sviluppa nelle Alpi Marittime, alla frontiera con il vicino Piemonte ed il parco naturale italiano delle Alpi Marittime. Due territori contigui, separati tra loro dalle creste montuose e, attualmente, da un confine nazionale, ma che nella storia sono sempre stati un territorio unico, testimone di grandi eventi storici e di tradizioni che sono sopravissute al tempo e che, ancora oggi, si ritrovano nelle feste locali, nelle storie locali e nell’architettura.
La storia recente del parco del Mercantour inizia nel 1857, quando Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e futuro re d’Italia, data l’abbondanza di selvaggina e in particolare di camosci nell’area dell’Argentera, istituisce in queste zone la sua Riserva reale di caccia. Nel 1947, al termine del secondo conflitto mondiale, le “Terre di caccia” passano alla Francia. Nel 1979 la Francia istituisce sulla parte francese di queste terre il parco del Mercantour, e nel 1980, l’Italia segue questa azione istituendo nella parte italiana il Parco naturale dell’Argentera. Vista la vicinanza e la continuità dei due parchi nel 1987 viene stipulato il gemellaggio dei parchi del Mercantour e dell’Argentera con la realizzazione di progetti comuni, che spaziano dai settori della comunicazione e della ricerca a quelli della gestione del territorio e dello sviluppo sostenibile.
Grazie ai numerosi progetti di salvaguardia dell’ambiente montano e di protezione della fauna, il parco del Mercantour è un luogo di natura integra e selvaggia, ma anche un territorio di antichi e intensi scambi fra il mare e le montagne, fra la costa e la pianura. L’area del Mercantour è stata abitata e attraversata fin dalla preistoria, come ci raccontano le migliaia di incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie. I contatti si sono intensificati nel corso dei secoli: pastori, mercanti, eserciti, pellegrini, artisti, idee, dialetti, hanno passato i colli e diffuso sui due versanti modi di vita, accenti, costumi e tradizioni simili, alla base dell’affascinante gioco di identità e differenze caratteristico dell’area del Mercantour.
Ma accanto al lato storico, il Parco Nazionale del Mercantour, con le sue cime al di sopra dei 3000 metri d’altitudine, i suoi numerosi laghi glaciali e le sue valli dotate di forte carattere, rappresenta, ad un’ora dal mare, un’area unica e salvaguardata, un gioiello della natura incastonato tra le montagne, è uno dei luoghi più selvaggi e al tempo stesso affascinanti della natura provenzale. Grazie alla conformazione del suo territorio e delle sue valli è un vero paradiso per gli amanti della montagna, delle escursioni e degli sport all’aria aperta in un continuo alternarsi di valli, fiumi,laghi, gole, rocce millenarie e torrenti indomiti. Ma il vero punto di forza del parco è che, grazie ai progetti di protezione faunistica portati avanti negli anni, esso è diventato l’habitat di diverse specie di uccelli come l’aquila e di animali montani, come marmotte, stambecchi, mufloni, camosci, cervi, daini, cinghiali, che è facile osservare durante le escursioni, e da qualche anno è testimone del ritorno del lupo, impossibile da vedere, ma del quale è possibile trovare tracce di passaggio oppure vedere presso il Parco Alpha.
Per un primo assaggio di questo immenso parco siamo partiti da sud, andando a scoprire proprio quella parte di territorio adiacente all’italiano Parco Naturale delle Alpi Marittime, prendendo come basi per i nostri peregrinaggi i centri montani di Saint Martin Vesubie e Tende. Queste due località sono molto comode per esplorare il parco perché offrono numerose possibilità di alloggio adatto ad ogni esigenza e tasca, dall’albergo, agli appartamenti ai campeggi, sono dotate di tutti i servizi, hanno degli ottimi ed efficienti uffici del turismo, che sanno dare buoni consigli su cosa fare e cosa vedere, e sono molto vivi dal punto di vista di fiere, sagre, mercati locali che permettono di scoprire, ancora più da vicino, come si vive in questi luoghi e le storie locali.
Avendo voglia di ambienti selvaggi ed isolati, la prima parte del nostro piccolo viaggio esplorativo si è concentrato sulla zona di Saint Martin Vesubie, che sorge proprio all’incrocio di numerose valli ed è punto di partenza per di parecchi sentieri di varia lunghezza ed impegno. Saint Martin Vesubie, inoltre, è recentemente diventato un importante centro per gli appassionati di trail running con un centro sportivo dedicato e numerosi percorsi tracciati permanentemente. Il paese, pur se di dimensioni ridotte, è molto vivace, ricco di colori e sempre animato.
Allontanandosi dal paese, che sorge a circa 1.000 metri di quota, ci si immerge nelle vallate e nelle montagne circostanti. Le escursioni di questa zona del Mercantour hanno come tema le testimonianze del recente passaggio ed utilizzo delle montagna da parte dell’uomo. Infatti è facile imbattersi nei vecchi bunker o nelle caserme di quota costruite dagli Italiani nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, su volere di Mussolini, nelle zone dei passi alpini a difesa dei confini italiani. Oppure si possono trovare i resti dei vecchi alpeggi di quota, anche a quote superiori ai 2.000 m, dove gli abitanti locali portavano, per tutto il periodo estivo, il bestiame a pascolare. Oltre alle mucche e alle capre, la zona del Mercantour era famosa per i giganteschi armenti di pecore, che arrivavano a contare fino a 1.000 capi, che attraversano le montagne da nord verso sud e viceversa. La zona di Tenda, ed in particolare l’abitato di Brigue, è stato, per un lungo periodo, la capitale europea della lana. In questo, oggi, minuscolo paesino alpini, si radunavano i maggiori produttori di tessuti europei, ed italiani in particolare, per comprare la lana prodotta sulle Alpi del Mercantour.
Ovviamente, non mancano anche le testimonianze religiose lasciate dall’uomo durante i suoi passaggi in montagna. Si tratta di chiese o cappelle alle quali i pastori ed i pellegrini si recavano prima dell’inizio del loro viaggio, o costruite in punti ritenuti spirituali. Celebre, nella zona, è il Santuario della Madonna delle Finestre, che si trova alla partenza dell’escursione che, in circa 2 ora porta all’omonimo colle che conduce in Italia. Il Colle delle Finestre, grazie alla quota relativamente modesta (2474 m slm) ed alla facilità di accesso dai due versanti delle Alpi fu frequentato sin dall’antichità: passaggio di pellegrini, Catari e Templari e più recentemente di contrabbandieri.
Adiacente al Santuario è presente un antico ospizio che ospitava i pellegrini che si recavano, attraverso questa via, presso il celebre santuario di San Giacomo di Compostela, in Spagna e per dar rifugio ai Catari che arrivavano dalla bassa Provenza. La via fu anche utilizzata nei secoli per il trasporto del sale dalla Provenza al Piemonte e nel periodo bellico per il contrabbando di animali, cibo e tabacco.
Il Santuario della Madonna delle Finestre è situato a 904 metri di altitudine. Circondato da montagne e dominato dal Gélas (3 143 m),la più alta Vetta delle Alpi-Marittime, la Madonna delle Finestre deve il suo nome, secondo la leggenda, a un foro, “Caïre della Madonna”, in una roccia dietro il Santuario dove la Madonna sarebbe apparsa più volte. Oggi, la statua della Madonna in policromi Cedro del Libano (XIV secolo) passa l’inverno a San Martin Vesubie (discesa in processione nel mese di settembre) e riguadagna il Santuario all’inizio dell’estate (salita in processione per il mese.
La zona è anche molto ricca di camosci e stambecchi che è molto facile avvistare mentre pascolano o si spostano lungo la valle. La loro presenza si deve grazie al programma di conservazione e protezione iniziato nel vicino parco italiano delle Alpi Marittime, esteso poi anche alla Francia che ha permesso di far passare il numero di questi animali, rimaste in alcune centinaia nelle vecchie riserve di caccia reali, ai numerosi gruppi che vivono sulle montagne. Nelle zone di bassa valle, più rocciose, è facile avvistare anche le marmotte, mentre più difficile, ma capita spesso al mattino presto, si riescono ad osservare gli ermellini che si spostano velocemente tra le rocce.
Tra le escursioni più significative delle zona possiamo citare la già nominata salita al Col de la Fenestre ed al vicino Pas de Ladres che parte dal Santuario della Madonna delle Finestre, la salita al Lac de Fous ed al Rifugio Nizza da Pont du Countet, il giro del Lac Negre dall’alpeggio dal parcheggio di Salèse. Tutti i percorsi sono ben segnalati, ed i sentieri sono ben tenuti. I giri indicati sono adatti anche alle famiglie e non presentano difficoltà.
La zona di Tende lungo la Valle del Roja, seconda meta del nostro viaggio, è invece famosa per la Valle delle Meraviglie e i graffiti rupestri. All’interno di questa valle, intorno al monte Bego, gli uomini del neolitico incisero sulle pietre migliaia e migliaia di segni enigmatici, figure simboliche che richiamano alla pastorizia, all’agricoltura, ma anche alla religiosità. La Valle delle Meraviglie è un vero e proprio museo a cielo aperto, un patrimonio unico che, sebbene situato in luoghi non immediatamente raggiungibili e coperti per diversi mesi all’anno dalla neve, non si è salvato da danneggiamenti, atti di vandalismo e depredazioni che sono avvenuti nel corso dei secoli.
Allo scopo di preservare questa ricchezza l’accesso in valle è regolamentato e per permettere a tutti di conoscere la bellezza del luogo è stato istituito, nel villaggio di Tende, un bellissimo museo che s trova in centro al paese, proprio lungo la strada del Colle di Tenda che collega Cuneo alla Francia e a Ventimiglia. Il museo è’ stato realizzato in un edificio moderno con all’ingresso una serie di alti pilastri con piastrelle che riportano i motivi più caratteristici delle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie. L’incisione più famosa è “Le sorcier”, il mago, che è anche il simbolo del museo.
L’ingresso al museo è gratuito ed il personale è molto cortese ed accogliente. Il Museo permette di scoprire tutti i segreti della zona sia dal punto di vista archeologico che geologico-naturalistico ed ha, anche una bella sezione, che riguarda la storia naturale della Valle delle Meraviglie. L’ambiente non è molto grande, ma molto ben strutturato con un percorso che si snoda a forma di ferro di cavallo che richiede circa 1-1,30 ore di tempo, e che fa percorrere un salto nel passato dall’arrivo dell’uomo nella Valle delle Meraviglie fino a poco meno di un secolo fa. L’esposizione è ricca di reperti archeologici che raccontano come si è evoluta la vita degli uomini primitivi di queste zone dal neolitico fino all’età del bronzo e di una serie di oggetti più recenti utilizzati dai nostri antenati per attività agricole, allevamento e lavori quotidiani.
Il pezzo forte del museo è rappresentata, ovviamente, dalle rocce incise, per lo più calchi delle incisioni riprodotte, però in dimensioni reali. Sono lastre che riportano i simboli più significativi come figure corniformi, scene di aratura, asce ed altre armi, figure antropomorfe che richiamano a divinità. Tra le più importanti ci sono la stele originale dello “Chef de tribu”, “le sorcier”, “il Cristo”, “la danzatrice”.
Dopo la visita si organizzare la propria vista alla Valle delle Meraviglie per vedere dal vivo le incisioni di cui abbiamo sentito parlare. La Valle delle Meraviglie merita una visita oltre che per i graffiti anche perla sua bellezza ed i numerosi laghi incastonati tra le montagne. Le zone più ricche di incisioni sono accessibili esclusivamente con visite guidate che si svolgono tutti i giorni ad orari differenti e sono tenute da archeologi o antropologi che spiegano il significato e l’origine delle varie incisioni. È emozionante scoprire che mentre nelle Alpi l’uomo faceva queste incisioni, in Asia l’uomo aveva già scoperto la carta e la scrittura, e gli egizi avevano già costruito le piramidi. Oppure scoprire le similitudini dei simboli usati dall’uomo sulle Alpi con quelli delle popolazioni nord europee e/o asiatiche.
Per scoprire la Valle delle Meraviglie si possono fare delle escursioni che hanno come base di partenza la zona di Casterino, dove ci sono alcuni alberghi e agriturismi che offrono ospitalità, oppure realizzare il Tour del Monte Bego, un trekking di 4 giorni che attraversa tutta la valle e permette di visitare i principali siti rupestri, compreso quello di Fontanalba. Il tour è stato pensato anche per le famiglie e affronta dislivelli giornalieri massimi dell’ordine dei 5-600 metri, dando tutto il tempo per godere della bellezza dei luoghi e scoprire l’intensità della natura. Per dormire si può far base presso i rifugi posti lungo il percorso (Rifugio di Valmasque, Rifugio delle Meraviglie e Rifugio di Fontanalba) che occorre prenotare con anticipo perché molto frequentati.
Per prenotare i rifugi la cosa è piuttosto macchinosa e conviene organizzarsi per tempo perché, attualmente, il Club Alpino Francese permette di fare le prenotazioni solo on-line all’indirizzo www.ffcam.fr, pagando una piccola caparra. In tutti i rifugi è ammesso il bivacco nelle aree predisposte ed è possibile utilizzare il rifugio solo per i pasti, usando la cucina comune o ordinando i pasti al gestore, se vi organizzate in questo modo la prenotazione non è necessaria.
IL PARCO DEL MERCANTOUR
Il Parco del Mercantour sorge attorno all’omonimo massiccio posto alla frontiera con il Piemonte italiano, è l’ultimo promontorio dell’arco alpino meridionale, prima che questa catena si tuffi bruscamente nel mar Mediterraneo: la cima del Gelas, che, con i suoi 3.143 metri d’altitudine, è la più alta del Mercantour, e si trova a soli 50 km in linea d’aria dal mare!
Il Mercantour è uno dei nove parchi nazionali francesi, istituito nel 1979 per il particolare ambiente montano in cui si colloca e le antiche tradizioni locali, il parco, con i suoi 150 km di lunghezza, si estende su sei valli delle Alpi del Sud e copre due dipartimenti: le Alpi-Marittime per circa i due terzi della superficie e le Alpi-di-Alta-Provenza. Il massiccio cristallino del Mercantour, di valle in valle, offre i profumi del Mediterraneo, della Provenza, delle Alpi e dell’Italia. Verdon, Var-Cians, Ubaye, Tinée, Vésubie e Roya-Bevera: ogni valle esprime un carattere ben preciso!
Per scoprire le bellezze di questo parco ed organizzare la propria vacanza potete visitare il sito ufficiale del parco all’indirizzo http://www.mercantour.eu/ (in francese) oppure il sito http://it.marittimemercantour.eu/ (in italiano).
IL PARCO ALPHA
Chi non ricorda Kevin Costner nel film “Balla coi lupi”? O “Il richiamo della foresta” di Jack London? Le storie sui rapporti tra uomo e lupo hanno affascinato intere generazioni. Se anche voi sentite un’irresistibile attrazione verso questo animale e desiderate vederlo da vicino, senza avventurarvi in trekking estenuanti o in lunghe e fredde attese, potete visitare il parco naturalistico Alpha, nel parco nazionale del Mercantour.
Il parco si trova a Le Boréon, a pochi chilometri da Saint Martin Vésubie, nel dipartimento delle Alpi Marittime, ed è raggiungibile da Nizza (un’ora e mezza di strada) e dall’Italia, percorrendo la strada statale della Maddalena. Il parco offre la possibilità di osservare alcuni branchi di lupi che vivono all’interno di appositi e grandi recinti, oltre a proporre laboratori creativi e didattici per i bambini, spettacoli di falconeria, visite notturne e suggestive proiezioni proiettate all’interno di due antiche stalle. Il parco è aperto anche in inverno e regala la suggestione di vedere questo stupendo animale immerso nel suo elemento nativo: la neve. Il parco offre pacchetti di soggiorno anche di più giorni con la possibilità di soggiornare in strutture convenzionate o, per gli amanti dell’avventura e della vita all’aria aperta, in capanne sugli alberi (aperte solo in estate, fino a 4 posti).,
Per maggiori informazioni, costi, pacchetti soggiorno e altro potete visitare il sito www.alpha-loup.com