Cureggia
Rivista 155 – Giugno 2017
Cureggia
Testo: di Lia Cassina e Luca Bettosini
Foto: Luca Bettosini
Cureggia è un quartiere della città di Lugano. Fino al 2004 è stato un comune indipendente. Si trova a soli 15 minuti di auto dal centro di Lugano, alle pendici del Monte Boglia.
Altitudine: 653 metri – abitanti 178
Oggi Cureggia è un quartiere che fa parte della città di Lugano e lo si può raggiungere in pochi minuti di auto dal centro. Conta 178 abitanti. Situato alle pendici del Monte Boglia, possiede un’estensione territoriale di ben sessantotto ettari e confina con Davesco-Soragno, Pregassona e Viganello. Da qui vi sono numerosi sentieri che permettono di raggiunge il monte Brè, l’Alpe Bolla, l’Alpe Pietrarossa, i Denti della Vecchia e il Monte Boglia. Si trova a poco più di seicento metri di altitudine e dista pochi chilometri da Lugano… ma sembra di stare fuori dal mondo! Infatti, Cureggia è un piccolo villaggio costituito solo da diverse case e villette e circondata da un ambiente agiato e ricco di vegetazione… Qui non vi sono negozi di alimentari, non c’è uno sportello della posta, non c’è chiosco, non c’è un asilo, non c’è una scuola… Lontano da inquinamento e rumori, qui gli abitanti possono godere di quiete e tranquillità. Cureggia, un piccolo paradiso che suscita invidia pensando alla città così vicina…
È con il nome di “Curezia” che viene citata per la prima volta nel 1329 in un documento in cui vengono elencati i diritti giuridici del Vescovo di Como. La seconda, nel 1454 in occasione di una vendita di terreni alla comunanza di Sonvico. La terza, invece, nel quindicesimo secolo quando dovette fornire un soldato al duca di Milano, che in quel periodo governava la regione.
Il simbolo e l’anima del villaggio è la Chiesa di San Gottardo la cui costruzione risale al 1561, dedicata al vescovo di Hildesheim. La sua particolarità è quella di aver mutato orientamento: infatti inizialmente la chiesa era rivolta a nord, successivamente nel 1800 venne voltata sull’asse est-ovest, quindi l’antico coro (altare) ora è una cappella laterale. La chiesa descritta da Mario Agliati: “Appare al visitatore di un grigiobruno contro uno sfondo diagonalmente tagliato dalla costa del Monte Boglia: Una chiesa di una certa capienza dopo l’ingrandimento promosso, nei primi anni Trenta, dall’allora prevosto di Pazzalino, don Giovanni Guggia, su progetto dell’architetto Alberti, con la navata abbellita dalle pitture di Pompeo Maino e di Luigi Taddei e sulla sinistra la cappella, che ai tempi ospitava l’altar maggiore, dove son testimonianza di fede e di gratitudine i singolari ex voto: stampelle, mani, braccia, gambe d’ argento o di legno argentato. Nella cappella si può osservare, anche se un po’ scialbato, il notevole affresco tardo-cinquecentesco attribuito ai Tarilli, pittori di Cureglia”.
La chiesa di Cureggia è dedicata a San Gottardo, patrono del comune. Il santo è celebrato il 4 maggio, mentre la festa è fissata per la domenica successiva. San Gottardo fu prima abate di Baviera e poi vescovo di Hildesheim all’inizio dell’anno mille. Egli fu percursore della cultura europea, fondando una scuola di musica e di pittura ed è considerato il più grande architetto e pedagogo della Baviera nell’alto medioevo. San Gottardo è stato scelto come patrono della chiesa dal nostro vescovo mons. Eugenio Corecco. Ai tempi la festa religiosa dei primi di maggio voleva essere la festa dei narcisi, i “cücc”, come venivano chiamati, che punteggiavano i prati di giallo e rosso. In tempi passati anche i luganesi si recavano per la festa, era questa un’occasione per la prima scampagnata dopo l’inverno. Alla fine della funzione religiosa molti affollavano le osterie, e altri coglievano i profumi dei prati facendo uno spuntino all’aperto. Era giornata di festa e di comunione sociale. All’esterno della chiesa il panorama su Lugano e dintorni è stupendo.
La casa Cassina-Bottinelli è una classica palazzina rurale di montagna probabilmente del 16° secolo. Situata tra la scalinata che porta alla chiesa e la strada del nucleo facendone. Si possono notare in essa le arcate in pietra delle finestre e un riquadro in intonaco a calce con inciso “1792 Riattato”. L’Osteria da Pierino è un casolare rustico in pietra e intonaco rustico appartenente al nucleo. L’abitazione Cassina Pierino è una costruzione in pietra e intonaci a calce risalente al 1537. Degno di nota è il portico della porta di entrata sul quale vi è un’ architrave in legno inciso riportante la data del 1537. In tempi antichi le fontane oltre che per l’igiene avevano la funzione di ritrovo sociale per le casalinghe, a questo scopo sarà stato usato anche il lavatoio posto nel “sentiero delle fontane”, e probabilmente il bestiame poteva dissetarsi alla fontana in zona Lavarino costruita in pietra e cemento sulla quale è posta la targa “1897”.
Gli abitanti di Cureggia erano davvero pochi e questo sistema permetteva al comune di avere una buona entrata. Tedeschi, polacchi, russi, inglesi, e soprattutto italiani hanno ottenuto la cittadinanza di Cureggia senza neppure averla visitata una volta. Fino al 1956 non esisteva una strada per raggiungere Cureggia, ma solo una “mulattiera”. Cureggia risultava essere solo un piccolo paesino isolato. Arturo Bottinelli fu l’ultimo sindaco prima della gerenza e grazie a lui ed alla collaborazione con l’allora sindaco di Pregassona, Francesco Foletti, fu possibile realizzare la strada carrozzabile. Dal 1956 diventa un comune in gerenza, ovvero un comune senza potere esecutivo. Il Consiglio di Stato nomina un gerente che possiede il ruolo di sostituire l’esecutivo comunale e quindi amministra tutto e prende tutte le decisioni. La gerenza venne introdotta poiché non vi era possibilità numerica per costituire un municipio, in più la maggior parte imparentata e quindi sorgevano delle incompatibilità. Solo il dieci aprile del 1984 Cureggia ritorna da essere un comune a tutti gli effetti dopo ventotto anni di gerenza. Nel 2004 Cureggia fa il suo ingresso nella grande Lugano!
Naturalizzazioni
Nel periodo tra la fine della prima Guerra mondiale fino agli anni quaranta si sviluppa il fenomeno delle naturalizzazioni: oltre quattordicimila attinenti! Naturalizzazione significava acquistare i diritti di cittadinanza e sicurezza soprattutto. Tutte le leggi in quel periodo obbligavano il naturalizzando a risiedere per qualche anno nel comune dove voleva ottenere l’attinenza, ma non fu il caso di Cureggia. Infatti, per ottenere l’attinenza in questo piccolo paese bastava pagare una piccola tassa… in poche ore venivano compilati i documenti necessari per la richiesta che veniva accettata con estrema facilità.
Non mi era chiaro il fatto che alcuni dicevano che per ottenere l’attinenza bastava pagare una tassa che partiva da un minimo di trecento fino a mille franchi, oppure chi diceva per cento franchi o addirittura chi per cinque… ebbene alcune somme per l’epoca mi sembravano troppo alte e altre troppo basse, insomma qualcosa non mi quadrava visto l’epoca dei fatti anche. Il Signor Vannini mi ha spiegato che sì, c’era una tassa da pagare per ottenere l’attinenza, ma poi oltre a quella c’era la tassa di mezzofocatico e testatico. Tasse che il naturalizzato era tenuto a pagare sia che abitava in Svizzera e sia se era andato all’estero. Era un tassa che oscillava tra i 2-5 franchi per persona e bisognava versarla tutti gli anni. Tutto ciò fino agli anni ’80 quando fu eliminata questa legge con la legge tributaria. Insomma il fenomeno naturalizzazioni un fenomeno puramente a scopo di lucro.
Il 5 ottobre invece sono riuscita ad incontrare Giuseppe Cassina, primo sindaco dopo la gerenza. Desideravo avere ulteriori informazioni riguardo la gerenza comunale che è stata introdotta nel 1956 ed è durata per ben 28 anni! Mi sono chiesta come mai Cureggia è passata dall’essere un comune indipendente ad avere una gerenza comunale. Mio zio Giuseppe mi ha spiegato che nel 1956 quando fu realizzata la strada carrozzabile molti abitanti si sono spostati da Cureggia per andare ad abitare in periferia di Lugano, così nel villaggio rimasero davvero in pochi e quindi non era possibile costituire un municipio. Così, tramite un concorso è stato scelto un gerente. Dal 1956 fino al 1975 fu il Signor Antonio Crivelli di Pregassona, successivamente a sostituirlo il Signor Luigi De Marchi di Castagnola. Ovviamente la mia seconda domanda era come mai dopo 28 anni di gerenza Cureggia ritorna ad essere un Comune a sé, e la risposta è che arrivarono nuove famiglie a Cureggia e quindi era possibile costituire un municipio. Nel 1984, quando fu nuovamente costituito il nuovo Municipio dopo la gerenza il Signor De Marchi assume il ruolo di Segretario comunale.
Infine mi dice: “E i Capinatt?”
E io rispondo: “Gli abitanti di Cureggia, giusto? Perché li chiamassero così non lo so…”
E lui: “Molti anni fa quando ancora c’era solo la mulattiera c’era un filo a sbalzo che collegava Cureggia con Pregassona.Su questo filo che trasportava vari materiali c’erano dei ganci di legno (in dialetto “capin”) che fungevano da carrucola … Ecco perchè gli abitanti di Cureggia veninano chiamati “Capinatt”!”