Preonzo e Moleno
Rivista numero 147 – Ottobre 2016
Preonzo e Moleno
Testo: Da Wikipedia
Foto di Luca Bettosini e Wikipedia
Altitudine: Preonzo 250 metri – abitanti 618 al 31.12.2013
Moleno 267 metri – abitanti 115 al 31.12.2013
La capanna Gariss è una capanna alpina situata nel comune di Preonzo, nella Valle di Moleno, a 1’422 metri di altitudine. La capanna è situata in un ambiente meraviglioso che si presta per diverse attraversate verso altri luoghi come la capanna Lèis a 1’801 metri di altitudine, entrando poi nella prima parte dell’attraversata della Via Alta della Verzasca. Sono diverse le particolarità della zona, tra le quali la frana del Valegion presentata in questo articolo.
Preonzo
“Preonzo è un comune di 550 abitanti circa. È situato nel Distretto di Bellinzona, nella Valle Riviera, a un’altitudine di 250 metri. Si trova a 6 km a nord di Bellinzona, e a sud di 11 km da Biasca, sulla sponda destra del fiume Ticino. Nel Medioevo apparteneva alla vicinia di Moleno e poté godere di una certa indipendenza solo a partire dal secolo XV. Storicamente Preonzo fu occupato dagli svizzeri, l’ultima volta nel 1499; e venne incorporato nel XV secolo nell’antico “contado di Bellinzona”. Geograficamente è situato sul piano alluvionale del fiume Ticino ed è attraversato dal 1910 dalla strada cantonale. Bisogna sottolineare due elementi significativi del comune: anzitutto il nucleo storico, le cui carrali con pavimentazione in acciottolato si rapportano alla strada di attraversamento e formano una fitta e regolare trama con molti spazi, in secondo luogo la piazza Pasquei, a forma di triangolo e disegnata da allineamenti di grandi platani. Preonzo contava 430 abitanti nel 1990, 374 nel 1970, 347 nel 1950, 340 nel 1930, 315 nel 1900, 402 nel 1850, 379 nel 1836, 292 nel 1800, 270 nel 1682, 300 all’ inizio del 1600 e 245 nel 1567. Gli abitanti diminuirono tra il 1850 e il 1900, a causa dell’emigrazione; molti andarono in Francia e nei Paesi Bassi, altri in altre nazioni. Secondo alcuni, l’origine del nome risalirebbe al latino, profundus (profondo) attraverso una forma prefundus attestata nell’ anno 900, riconducibile a un tipo profunium (cavità profonda nel letto del fiume. Il toponimo indicherebbe in questo senso una depressione nella valle o addirittura nello stesso fiume. Il nome ha subito variazioni nel corso degli anni, alcuni sono: de Prevonzo (1335), de Provonzio, (1364), de Prevonzio (1387), de Provuntio (1431), de Preuntio (1544), Preonz (1634) e altri. A circa 200 metri dall’abitato, sul versante della montagna, in un prato solitario leggermente inclinato, è visibile ancora oggi un enorme macigno. Poggia appena sul terreno e sembra voglia da un momento all’altro precipitare sul villaggio.
Sullo stemma comunale sono presenti:
- Un corso d’acqua, il riale di Moleno, che funge in parte da confine nord del Comune.
- Un ponte, el Pónn da Mólon, che rappresenta il collegamento tra Preonzo e Moleno, due paesi che secoli fa formavano una Vicinia.
- Una ruota di mulino, che si riferisce ai mulini ad acqua utilizzati anticamente sulle sponde del riale di Moleno. Erano molto importanti per la località, permettevano agli abitanti di ottenere la farina dal grano.” (1)
Fondazione del Patriziato di Preonzo:
“Il comune patriziale comprende tutte le famiglie anticamente originarie del luogo che amministrano i beni indivisi della comunità quali i boschi, i pascoli, i monti, gli alpi e sono responsabili per la manutenzione dei manufatti, delle strade, dei ponti, dei sentieri, delle sorgenti, degli acquedotti e delle fontane. Dalla seconda metà del secolo XX vi possono far parte anche i figli di una patrizia sposata con un non patrizio e le mogli patrizie sposate con un non patrizio. Si prefigge di premiare il conseguimento di un titolo di studio, di regola ottenuto alla conclusione del primo ciclo scolastico post obbligatorio; finanziare una serata ricreativa annua nel corso della quale si procedere all’assegnazione dei premi; favorire lo spirito viciniale e l’interessamento delle fasce giovanili alle attività patriziali. Può inoltre premiare altre eventuali attività in campo sportivo e culturale. Il patriziato è proprietario della Capanna Gariss, e della Capanna Leis”. (2)
Moleno
Moleno è un comune di 115 abitanti, situato nel Distretto di Bellinzona, nella Valle Riviera. Insieme a Preonzo apparteneva alla castellanza di Claro che a sua volta era feudo di Bellinzona. Il villaggio è caratterizzato da una piazza su cui si affacciano costruzioni rurali, la chiesa parrocchiale e diversi edifici settecenteschi. A Moleno non ci sono scuole; gli allievi della scuola dell’infanzia e della scuola elementare le frequentano a Preonzo, mentre gli allievi della scuola media, la frequentano a Lodrino.
Chiesa di San Vittore il Moro
La chiesa è un edificio religioso che fonde elementi dell’architettura romanica e di quella tardogotica. Fu costruita probabilmente a partire dal XIII secolo, ma la prima menzione in un documento storico risale al 1414. Nel 1484, tuttavia, la chiesa fu integralmente ricostruita e nello stesso anno fu riconsacrata. Poco più di mezzo secolo dopo, nel 1542, si separò dalla matrice di Biasca e diventò sede parrocchiale a sé stante. Nel XVIII secolo, inoltre, l’edificio subì alcune modifiche a causa dei danni subiti per un’alluvione nel 1747 (ricordata da un’iscrizione nella controfacciata). Fra il 1751 e il 1752, così, il coro fu recuperato, pur mantenendo un aspetto del tutto simile a quello precedente.zio del secolo XVI.
La frana del Valegion
“Sopra la zona industriale di Preonzo, a 1517 metri di altitudine, vi è una frana detta nel dialetto locale “Valegion”. Il toponimo stesso, che significa frana, depositi di detriti, cumulo di sassi denota l’area come soggetta a precedenti eventi di questo tipo. Nella ricerca storica sui comuni di Preonzo e Lodrino basata su documenti catalogati negli archivi parrocchiali e comunali, emerge in modo inequivocabile che tra la fine del 1600 e la prima metà del 1700 nella zona Sgrüssa (Sgrussòra), Mondiràl, Métt si verificarono diversi eventi naturali parossistici. In data non precisata, ma prima del mese di maggio 1697, in un documento conservato nell’Archivio comunale è nominata la fuoriuscita di un riale (flusso di detrito) in zona Sgussòra che provocò molti danni, con allagamento di “casamenti”, di buona parte di fondi e vigna e un pericolo per l’Oratorio della Madonna della Cintura, ubicato dove ora sorge la cappella di Mondiràl. Nel mese di febbraio 1702, dopo diversi giorni di eventi di crolli di roccia, il 22 febbraio si ebbe il collasso di un’importante massa rocciosa, che seppellì vigne, castagneti e il citato Oratorio dedicato alla Madonna della Cintura. Essendoci stata, nei giorni precedenti il crollo di massa, un’intensa attività di caduta di massi, non vi furono vittime e verosimilmente la maggior parte dell’accumulo si ebbe nella zona dell’apice del conoide di deiezione, mentre solo una parte dei detriti (di maggiori dimensioni) raggiunse il fondovalle, distruggendo appunto l’oratorio. Il 22 agosto del 1725 un flusso di detrito scese nuovamente dal Valegion, che a seguito del crollo del 1702 aveva subito un’importante cambiamento della morfologia dell’ambiente. Questo evento causò la morte di 17 persone e la distruzione di numerose case. Infine durante l’alluvione del 1747, si verificò verosimilmente un ulteriore distacco di un ammasso di roccia sotto l’Alpe di Roscero che, sotto forma di flusso di detrito, transitò all’altezza del Monte Teid per riversarsi forse lungo l’asta del Riale Pian Perdasc. Sulla base dei toponimi Sgrüssa e Mett, di una plausibile direzione di espandimento della frana da crollo dalla zona dell’Alpe di Roscero (el Purscí), dell’ ubicazione dei sondaggi hanno rilevato la presenza di depositi di frana di circa 5 metri di spessore. Nel 1990 si è segnalata una grande frattura sull’alpe di Roscero lunga 120 metri, che si continua ad allargare sempre più velocemente, con la preoccupazione che si possa staccare parte della montagna (stimati 700’000 di metri cubi di detriti); venne quindi installato un sistema di monitoraggio che accertò i movimenti di qualche millimetro nel 1992. Il sistema di monitoraggio rileva i comportamenti della frana in modo tale da permettere un’evacuazione della zona industriale in caso di pericolo. Si scartò l’ipotesi di un pericoloso crollo unico di 700’000 m³, e si sostenne piuttosto la possibilità di più crolli separati e piccoli (come avverrà in seguito). Il pericolo frana non avrebbe quindi ostacolato più di tanto l’area industriale, che può essere ulteriormente ampliata e rappresentare un bonus economico per la regione, a patto di munirsi di opere di premunizione (in ogni caso necessarie) anche per il rischio di colate detritiche in caso di forti precipitazioni. Nel 1998 venne quindi realizzato un vallo di protezione della capienza di 20’000 m³ poco a monte dell’esistente sul Valegión.
Nei primi mesi del 2013 è stato possibile risolvere la problematica del “ramo Tennis” intervenendo in montagna (analogamente al 2007) per indirizzare le colate nella grande camera di contenimento del Valegión(70’000 m³). Con il completamento del vallo di Pián Perdásc il rischio di esondazioni dell’omonimo riale è diminuito. La prima colata importante scese nel vallo il 19 agosto 2013.
Durante le piogge del 9 settembre 2013 si sono create due colate:
- Una lungo il riale Pián Perdásc di ben 25’000 m³ è rimasta quasi completamente nel vallo.
- Grazie agli interventi di inizio anno si è evitato il “ramo Tennis”, e l’altra colata di 9’800 m³ è scesa lungo il Valegión.
Verso fine 2014 è stata smantellata la parte nord della zona industriale, mentre nel 2015 sono stati bonificati i terreni toccati dai precedenti flussi del “ramo Tennis”.” (3)
La storia completa del Valegion la trovate qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Preonzo#La_frana_del_Valegi.C3.B3n
Note:
1 e 2: Da Wikipedia, l’enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/wiki/Preonzo
3: Da Wikipedia, l’enciclopedia libera, http://it.wikipedia.org/wiki/Preonzo#I_franamenti_a_partire_dal_2001