Montagne di ghiaccio sul mare
Rivista numero 138 – dicembre 2015
Montagne di ghiaccio sul mare
Di Luca Bettosini
Il più grande iceberg dell’Antartide di cui si abbia notizia era lungo 334 chilometri e largo novantasette chilometri.
Un uomo grida improvvisamente. “Iceberg sulla rotta!”
Dopo quel grido, in meno di tre ore, il mare inghiotte quello che allora era il piú grande transatlantico di lusso del mondo. Il 15 aprile 1912, appena cinque giorni dopo la partenza per il viaggio inaugurale dall’Europa all’America Settentrionale, il Titanic si posa sul fondo dell’oceano, ad una profondità di quattromila metri. 1’518 persone perdono la vita a causa di un iceberg!
Ma che fine ha fatto quel colossale blocco di ghiaccio? Nonostante ciò che fece continuò il suo viaggio per essere avvistato piú tardi, verso sud in acque piú calde, come se nulla fosse accaduto. Lentamente si sciolse nel vasto oceano e molto presto fu dimenticato. Ma l’affondamento del Titanic è ricordato ancora oggi come una delle più tremende catastrofi marittime.
Il nome iceberg deriva dalla parola olandese ijsberg che significa montagna (berg) di ghiaccio.
Gli iceberg sono affascinanti, belli ma assolutamente pericolosi in mare aperto. Si tratta di colossali blocchi di ghiaccio, che provengono dall’Antartide e dall’Artide. La parte emergente può superare i 100 metri di altezza con una lunghezza che può superare i 300 chilometri e una larghezza di oltre 90 chilometri. Il loro peso varia tra i 3 e i 42 milioni di tonnellate. Di solito la parte emergente dell’iceberg va da un settimo a un decimo soltanto della sua massa totale. Naturalmente la proporzione fra ghiaccio emerso e sommerso varia a seconda della forma dell’iceberg. Poiché la densità del ghiaccio puro è di circa 920 kg/m3 e la densità dell’acqua è di circa 1025 kg/m3, il primo galleggia e circa il 90% del volume di un iceberg rimane sotto la superficie marina.
La sua formazione avviene perché la quantità di neve che cade supera quella che fonde ed evapora. Tutti gli strati di neve che si formano sulla superficie si trasformano in ghiaccio compatto. Col passare degli anni, man mano che cade altra neve, avviene una progressiva compattazione. In questo modo si creano immense coltri di ghiaccio, che ricoprono estese aree come ad esempio la Groenlandia. Come ultimo processo, il ghiaccio raggiunge uno spessore e una durezza tali da far scivolare molto lentamente il ghiacciaio dai pendii elevati, in cui si trova, fino a valle e infine nel mare. Immaginate un fiume di ghiaccio che si sposta molto lentamente su un terreno irregolare. Avendo già profonde fessure verticali, questa gigantesca lingua di ghiaccio subirà ulteriori modifiche cosí da produrre, una volta raggiunta la costa, un fenomeno spettacolare. Sotto l’effetto combinato delle maree, del moto ondoso e dell’erosione sottomarina, un enorme pezzo di ghiaccio d’acqua dolce si staccherà dal ghiacciaio con un enorme fragore. Ecco l’avvenuta nascita di un iceberg. Un immenso castello di cristallo che galleggia.
Quando un iceberg si scioglie, produce un suono spumeggiante denominato Bergie Seltzer: esso è dovuto alla liberazione delle bolle di aria compressa rimaste intrappolate negli strati di ghiaccio dell’iceberg.
L’Antartide
L’Antartide, il continente più isolato del mondo, è una terra di contrasti. È sommamente bella e incontaminata, ma brutalmente inospitale. È il luogo più ventoso e più freddo della terra, eppure è straordinariamente delicato e vulnerabile. Ha meno precipitazioni di qualsiasi altro continente, ma il suo ghiaccio rappresenta il 70 per cento dell’acqua dolce del pianeta. Con uno spessore medio di 2’250 metri circa, il ghiaccio fa dell’Antartide il continente più alto della terra la cui altitudine media è di 2’300 metri sul livello del mare. È anche il quinto continente della terra in ordine di grandezza, eppure non ha nessun residente permanente più grande di un moscerino privo di ali, lungo un centimetro. Nell’Artide si formano ogni anno da 11’000 a 16’000 iceberg. Tuttavia pochissimi, relativamente parlando, raggiungono le acque piú a sud lungo la costa di Terranova. Le correnti oceaniche trasportano la maggior parte degli iceberg in un lungo viaggio. Spingendosi in acque piú calde, subiscono un esteso deterioramento dovuto a fusione, erosione e distacco di altri blocchi di ghiaccio. Di giorno normalmente il ghiaccio tende a fondersi e l’acqua si raccoglie nelle fessure. Di notte quest’acqua gela e si espande, facendo staccare dei pezzi di ghiaccio. In tal modo l’iceberg cambia improvvisamente forma, e il suo baricentro si sposta. La massa di ghiaccio si ribalta quindi nell’acqua, mettendo allo scoperto una scultura di ghiaccio completamente nuova. Mentre il ciclo continua e i castelli di ghiaccio si spaccano riducendosi ulteriormente di dimensione, essi producono i loro propri iceberg, di diverse dimensioni. Nel frattempo rimane il colossale pericolo che una nave incontri uno di questi grandi mostri di ghiaccio lungo la sua rotta, proprio come il Titanic. Il più grande iceberg dell’Antartide di cui si abbia notizia era lungo 334 chilometri e largo novantasette chilometri. Aveva pertanto una superficie di oltre 31’000 chilometri quadrati, una superficie superiore a quella del Belgio.
Una risorsa d’acqua potabile pressoché infinita
Il professor Tinco van Hylckama dell’Università Tecnologica del Texas riferisce una proposta per portare l’acqua dell’Artide alle città assetate. In un articolo del 1971 egli spiegò che un iceberg di media grandezza proveniente dalla Groenlandia contiene sufficiente acqua dolce da rifornire una città di 60’000 abitanti per un anno intero, se uno di questi iceberg potesse essere rimorchiato fino alla città assetata. Il problema è che si tratta di un’impresa davvero ardua e che ancora nessuno ha provato a realizzare.
Prevedere il passaggio degli iceberg
Nel 1914, dopo la tragedia del Titanic, venne costituito l’International Ice Patrol (IIP) per stabilire la posizione degli iceberg, prevederne gli spostamenti in base alle correnti oceaniche e atmosferiche e avvertire di conseguenza la gente. Al fine di difendersi da questi giganti di cristallo del mare, si è fatto di tutto per conoscere meglio le caratteristiche e il comportamento del ghiaccio. Fra i mezzi tecnologici impiegati ci sono sorveglianza visiva e con il radar dagli aerei, notizie di avvistamento di ghiacci da parte di mercantili, fotografie fatte da satelliti e analisi e previsioni oceanografiche.
Polo Nord e Polo Sud
“Pur avendo delle caratteristiche comuni, il Polo Nord e il Polo Sud sono “poli opposti”, e non solo in quanto a posizione. Considerate quanto segue. La zona circostante al Polo Nord è tutta ghiaccio e mare, mentre il Polo Sud è quasi al centro del quinto continente della terra in ordine di grandezza.
Il Polo Nord è attorniato dalle popolose terre emerse che formano l’America, l’Asia e l’Europa, mentre l’Antartide è circondata da un vasto oceano, il piú burrascoso del pianeta. Decine di migliaia di famiglie vivono entro il Circolo Polare Artico, un’area che è anche l’habitat di migliaia di piante e animali. Ma nessun essere umano è originario dell’Antartide. Le uniche forme di vita indigene sono alghe, batteri, muschi, licheni, due specie di piante che producono fiori e poche specie di insetti. “L’Antartide è stata definita il continente pulsante”, dice l’Encyclopædia Britannica, “a motivo dell’annuale avanzata e ritiro della fascia costiera secondaria costituita da ghiacci”. Nel momento di massima espansione la banchisa si spinge in mare per ben 1’600 chilometri. Questa espansione e contrazione è sei volte maggiore di quella della banchisa artica, per cui l’Antartide ha una maggiore influenza sul clima mondiale”. Tratto da: Sv. 22/7/1994, pag. 15
Fonti:
SV. 8 dicembre 1995, pag. 16-19