Un insetto bavoso dei nostri prati: il Fileno spumario
Rivista numero 117 – Gennaio 2014
Un insetto bavoso dei nostri prati: il Fileno spumario
Di Luca Bettosini tratto da “Enciclopedia Animali”, di Giuseppe Scortecci, Edizioni Labor-Milano, 1965
Gli adulti, che sono presenti nel periodo estivo ed autunnale, stanno in prevalenza sulle piante già ricordate, ed anche sui salici e, valendosi del rostro, pungono e succhiano la linfa.
In primavera sull’erba medica, sui trifogli e su altre piante da foraggio e da prato è facilissimo scorgere piccole masse di candida spuma, situate all’ascella delle foglie o proprio entro i germogli. Frugando con un fuscello in tali passerelle di spuma, si può vedere un insettino giallastro dal corpo allungato che, se messo allo scoperto, cerca di rintanarsi tra le bolle d’aria. È una larva di Fileno spumario, detto anche Sputacchina media (Philaenus spumarius), uno degli Afrofori piú comuni non solo nel nostro Paese, ma anche in tutta Europa. Da adulto è lungo pressappoco sei millimetri, largo due e mezzo e ha una forma simile a quella di una minuscola Cicala. Gli adulti hanno un colore tra il nerastro ed il bruno chiaro, e sono lunghi circa 5 mm.La testa è larga, breve, con occhi grandi che sporgono ai lati. Il pronoto è grande, non carenato, le elitre e le ali sono ampie, e robustissime le piccole zampe adatte al salto. La livrea è molto varia, talvolta gialliccia quasi compiutamente uniforme, talaltra con variegature e macchiette sul capo, sul torace, sulle elitre (come potete vedere dalle fotografie che ho scattato in un prato a Rivera). Gli adulti, che sono presenti nel periodo estivo ed autunnale, stanno in prevalenza sulle piante già ricordate, ed anche sui salici e, valendosi del rostro, pungono e succhiano la linfa causando, se sono in forte numero, danni non indifferenti alle piante. La loro agilità è davvero notevole: sono capaci di spiccare salti cosí improvvisi e rapidi, che si stenta a seguirli con lo sguardo. Sono anche abilissimi nello spostarsi sui rami. Dopo l’accoppiamento, che avviene di solito verso la fine dell’estate, le femmine vanno sulle piante arboree e vi depongono uova che rimarranno quiescenti per tutto l’autunno e l’inverno. In primavera nascono le larvette che, abbandonate le piante arboree, si portano sulle succose piante di trifoglio e di erba medica, e cominciano a nutrirsi a spese della linfa. Contemporaneamente espellono dall’apertura anale un liquido viscoso filante nel quale immettono bollicine di aria. Nel volgere di poco tempo le delicatissime larve si trovano immerse in una massa spumosa che le protegge dagli eventuali predatori. In tale rifugio le sputacchine medie compiono tutto lo sviluppo larvale; in seguito, assunta la veste ninfale, escono e in breve divengono adulte. Ciò succede alla fine della primavera o all’inizio dell’estate. Quando i fileni spumari sono in numero modesto non recano danni apprezzabili, ma quando sono molto numerosi le piante da prato risentono in modo abbastanza grave della continua spoliazione di linfa. Va inoltre segnalato che gli adulti possono essere occasionali vettori della Xylella fastidiosa, agente eziologico di una batteriosi, nota come Malattia di Pierce, che colpisce in particolare la vite. Anche nel suo piccolo la natura non fa che stupirci!
Fonti“Enciclopedia Animali”, di Giuseppe Scortecci, Edizioni Labor-Milano, 1965.