Sentiero ai Fortini della fame
Rivista numero 33 – Maggio 2006
Sentiero ai Fortini della fame – Riviera
Di Luca Bettosini, con la collaborazione dell’Associazione Fortini di Camorino
Foto di Luca bettosini
Il viaggiatore attento che si trovasse a passare per Camorino o per Sementina, noterà alcune singolari costruzioni cilindriche. Sono i “Fortini della fame”, un insieme di costruzioni che si inserisce nella storia dell’Ottocento europeo. Nel 1848 l’Europa è attraversata da un’ondata di rivoluzioni, animate da un insieme di aspirazioni liberali democratiche, antifeudali e sociali e alimentate da crisi economiche, carestie e aspirazioni nazionali. La Francia, gli stati germanici e quelli italiani, l’Austria e l’Ungheria sono percorsi da un nuovo fermento popolare teso ad abbattere i vecchi regimi degli Asburgo, degli Orléans, dei vecchi governi autoritari che, dopo la sconfitta di Napoleone, il Congresso di Vienna aveva rimesso sul trono. Nella primavera di quell’anno anche Milano insorge e costringe gli occupanti austriaci alla fuga. Sono le Cinque giornate di Milano.
Questo risveglio dei popoli sarà di breve durata. Presto le forze reazionarie riusciranno a riorganizzarsi e a reprimere i moti liberali. La Svizzera si trova così come un’isola repubblicana e democratica, attorniata da un’Europa monarchica e antiliberale. Essa offre rifugio per una quantità di profughi politici e di cospiratori e diventa oggetto di pressioni e minacce da parte degli stati confinanti e in particolare dell’Austria, presenza ingombrante e ostile lungo la frontiera meridionale. Nel 1853, per fronteggiare la crisi provocata dal blocco austriaco, il Cantone, appoggiato dalla Confederazione, varò una serie di opere pubbliche che comprendeva anche la costruzione di una linea fortificata nei territori di camorino, Giubiasco e Sementina: una piccola Maginot presidiata da ventimila uomini e trentasei cannoni. Costruiti negli anni 1853-54, i fortini fecero parte di una linea difensiva che comprendeva anche murate e altre opere fortificate. Il Ticino aveva paura che l’Austria potesse invaderla. Infatti i nostri avi, nonostante l’epoca di stenti in cui vivevano, non esitarono a dar rifugio a cospiratori ed a profughi lombardi (in tutto circa 20’000). Ci fu quindi una forte reazione dell’Austria che decretò il blocco economico, “blocco della fame” e l’espulsione di circa 6’000 ticinesi dalla Lombardia. In Ticino si instaurò un clima di miseria; 500 disoccupati furono impiegati per la costruzione dei manufatti, da cui il nome “Fortini della fame”. Le cinque torri sono una preziosa testimonianza di un periodo di povertà e soprattutto di coraggio e di generosità dei nostri antenati ticinesi. La Confederazione cedette una torre all’AEB e le altre quattro al cantone. Nel documento di cessione del 1947 si legge: “…la confederazione è disposta a cedere gratuitamente le suddette costruzioni, purché il Cantone si impegni a considerarle come monumenti storici e a curarne la conservazione…”.
Itinerario
Il percorso, della durata di circa 2 ore parte nelle vicinanze della banca Raiffeisen di Camorino, dove si trova il primo pannello esplicativo con i relativi cartelli segnaletici. Dei parcheggi sono situati nelle immediate vicinanze della partenza del percorso. Le prime due torri sono situate lungo la strada comunale (quindi su strada carrozabile), mentre le altre tre torri si raggiungono lungo un sentiero facilmente agibile in ogni stagione che non presenta particolari difficoltà. Il sentiero didattico è stato inaugurato il 21 settembre 2003 e permette ai visitatori di avvicinarsi alle opere sorretti da opportune informazioni storico-geografiche con pannelli didattici. Da Camorino si sale in direzione Montagna, sulla strada asfaltata fino a giungere alla prima Torre situata sulla destra dove un pannello didattico presenta le sue particolarità e all’interno si può ammirare la sua struttura rinnovata. Questa prima Torre e la seconda sono situate in un punto dove la vista panoramica spazia sul Piano di Magadino.
1° Torre, AI SCARSITT
La prima torre, “Ai Scarsitt” (da Scarsetti, nome di una famiglia patrizia estintasi all’inizio del secolo scorso), subì una prima manomissione nel l938 con l’asportazione dei gradini davanti alla porta; per il resto fino al 1957 fu affittata a privati ed era l’unica ben conservata, ma in quell’anno con un intervento rimasto sconosciuto per moventi e mandanti, fu tolto il tetto e scardinata la porta, ciò che causò il suo deperimento. Ora grazie all’opera di sensibilizzazione e all’intervento del Cantone, ha ripreso l’aspetto che aveva in passato. Continuando sulla strada si arriva alla seconda Torre, situata anch’essa sulla destra della strada al fianco di alcune case. Anche qui potete ammirare il suo interno e il pannello.
2° Torre, AI MUNT
La seconda torre “Ai Munt” o “Sura ai Sturn” (Storni era il nome di una famiglia scomparsa, mentre Monti era in passato una delle frazioni più popolose di Camorino) per anni rimase scoperta; nel 1957 fu riparata. Continuando a salire un cartello indica la terza Torre sulla destra, a sinistra l’indicazione “Fortini della fame” porta alle altre due Torri. Occorrono pochi minuti per raggiungere la terza Torre, senza tetto, posta in un luogo magnifico dove la vista, questa volta, spazia verso Bellinzona e i suoi castelli.
3° torre, ALA PÈLERA
La terza torre “Al Mött del Riaa”, come si diceva in passato, o “Ala Pélera”, come si dice oggi con un nome dall’etimo incerto, è l’unica a un piano. Era circondata da rovi e rimase intatta fino agli anni trenta quando un incendio doloso ne distrusse il tetto e l’interno. Ritornando al cartello indicatore si entra nel bosco seguendo l’indicazione “Fortini della fame”. Sempre seguendo le indicazioni “quarta Torre” la si raggiunge in breve nel bel bosco. Anch’essa non ha più il tetto e la vista panoramica spazia sul Locarnese.
4° torre, AL SASS DAL CAMOSC
La quarta torre “Al Sass del Camósc” è costruita su un poggio con una magnifica vista che spazia dal locarnese alla Riviera. Anche gli anziani non ricordano di averla vista con il tetto, la scala e il ballatoio interno. Si ricordano però dei montanti e dell’architrave, ricavati al Pian Grande e trascinati fin lì. Nel 1943 furono asportati da una compagnia di zappatori assieme ai gradini dell’entrata. Continuando in direzione della quinta Torre si sale nel bosco per poi passare sotto al grande tubo che porta acqua e continuare nel piacevole sentiero immerso nella quiete del bosco. In poco si arriva infine all’ultima torre.
5° torre, AL PIAN DI BUR
La quinta torre “Al Pian di Bur” fu ceduta dalla Confederazione all’Azienda elettrica di Bellinzona nel 1943. Non fu mai manomessa e conserva la struttura originale anche se è un po’ malandata.
Il ritorno avviene per il medesimo itinerario di salita. Dalla quinta torre l’escursione potrebbe continuare fino a raggiungere i Monti di Verona (563 metri circa) per poi scendere a Pianezzo (460 m) in Valle Morobbia. Il tutto in circa un’ora e mezza dalla quinta Torre.
Scheda tecnica:
Cartina 1:25.000
Nr. 1313 Bellinzona
Partenza: Camorino (278 m)
Arrivo: Camorino (278 m)
Dislivello salita: 350 metri circa
Dislivello discesa: 350 metri circa
Durata: circa 2 ore il giro completo
Associazione Fortini di Camorino
L’attività dell’Associazione Fortini di Camorino, costituitasi l’11 gennaio 2001, è volta alla valorizzazione delle torri edificate nel lontano 1853, concepite come elementi di una linea difensiva che comprendeva anche batterie di cannoni e le costruzioni poste sul territorio di Sementina. Come scopo sociale l’ente si prefigge la promozione di interventi di salvaguardia sulle costruzioni, la ricerca di persone o enti interessati al finanziamento delle sue attività e la collaborazione di chi ne condivida gli scopi sociali. Attualmente può contare sul sostegno di oltre 200 soci e si avvale dell’appoggio di enti cantonali preposti, e della partecipazione comunale. Ricorrendo il 150° delle costruzioni, in concomitanza con il bicentenario del Canton Ticino, si sono potuti realizzare: il ripristino parziale della prima torre, diversi interventi mirati sugli altri manufatti e l’illuminazione di due fortini. L’allestimento di un percorso didattico, con la posa di pannelli esplicativi, dovrebbe inoltre permettere al visitatore di avvicinarsi a queste opere sorretto da opportune indicazioni storico-geografiche.
Associazione Fortini di Camorino
casella postale 211- 6528 Camorino
fortini.camorino@ticino.com
www.fortini-camorino.ch