Capanne ticinesi: alberghi o costruzioni spartane?
Capanne ticinesi: alberghi o costruzioni spartane?
Di Massimo Gabuzzi (gabuzzi@salvioni.ch)
Foto capanne di Luca Bettosini
Prendendo spunto dal libro appena pubblicato sulle capanne del Ticino e della Mesolcina, analizziamo la situazione delle capanne ticinesi. Il Ticino registra una gran concentrazione di capanne e rifugi come in nessun altra parte delle Alpi, questo grazie all?impegno delle societ? alpinistiche locali, ma anche alla volont? ed alla sensibilit? di tanti patriziati e di singoli privati.
Grazie a questo libro – che fornisce dati assai utili e completi su tutte le capanne ? si ? arrivati a stilare un inventario pi? o meno preciso di tutte le capanne e rifugi del Ticino, ne risulta un quadro assai complesso dal quale si possono analizzare determinate particolarit? e tendenze delle nostre capanne. Esaminando i dati e le informazioni ?nascoste? in queste 216 pagine possiamo osservare.
Le cifre
71 capanne principali: 38 custodite regolarmente, 33 non custodite.
Un elevato numero di capanne che copre a perfezione il territorio cantonale; purtroppo vi sono delle capanne di una certa grandezza ed importanza che non sono custodite, questo penalizza anche altre capanne vicine che vedono dei gruppi rinunciare a dei trekking perch? non desiderano pernottare in capanne senza guardiano. A difesa di questo fatto si pu? capire che una capanna con 500 o 600 pernottamenti annui non pu? garantire da vivere ad un guardiano; comunque si potrebbe organizzare una gestione da parte dei soci durante i mesi estivi: Soveltra e Pian di Crest dimostrano che questa gestione settimanale da parte dei soci funziona bene.
59 rifugi o piccole capanne
La particolarit? del Ticino (in Svizzera non si trovano casi analoghi) sta nel fatto che esistono diversi piccoli rifugi, aperti o con la possibilit? di ritirare le chiavi, dove ? possibile pernottare. Sono costruzioni recuperate da alpeggi in decadimento, che sono state riattate con gusto e passione, normalmente da parte dei patriziati della zona. Bisogna cucinare da soli, ma visti i luoghi in cui sono ubicate e il genere di costruzione (spesso con un bel camino) si pu? veramente assaporare quel senso di solitudine e di stretto contatto con la natura che altrove non ? pi? possibile.
I pernottamenti
Circa 63?000 pernottamenti nel 2003
I dati del 2003 (che grazie alla meteo ? stato un anno eccezionale), dimostrano un aumento dei pernottamenti nelle capanne: circa 26?000 pernottamenti nelle capanne del CAS, 35?000 nelle capanne della FAT e private, e 2?000 nei piccoli rifugi. La capanna che registra il maggior numero di pernottamenti con 5?500 notti (1?300 in inverno) ? Cristallina, a titolo di paragone ? la 9? capanna pi? frequentata in Svizzera, la prima ? la Britannia con 9?700 pernottamenti. Vi sono poi altre capanne in Ticino che richiamano molta gente (Motterascio 4?000, Cadlimo 3?500, Tencia 2?700, Scaletta circa 2?500, ecc.), comunque la media dei pernottamenti nelle capanne ticinesi custodite si fissa tra le 1?200 e le 1?700 notti.
Nuove capanne
Nuove grandi capanne in Ticino non dovrebbero pi? essere costruite (l?ultima nata ?dal nulla? ? stata la capanna Quarnei nel 1?999), per contro vi sono diversi progetti di miglioria o ristrutturazione quali: Corno Gries (2004), Braga (2004), Motterascio (2005), Gesero (1’774 m), ecc. inoltre ? prevista la costruzione o la riattazione di alcune piccole capanne o rifugi (Cornavosa, Alpe Spluga, Fiorasca, ecc.). Analizzando gli ultimi lavori di miglioria in Ticino si osserva che le capanne sono state riattate tenendo in considerazione l?impatto ecologico sia dal lato architettonico, che numero di posti. La ?famosa? Cristallina, che detiene il record per costi di costruzione e grandezza, ? stata ridotta di 40 posti rispetto alla costruzione precedente, stessa sorte per la capanna Adula UTOE con 40 posti in meno, e la capanna Tencia con 15 posti in meno. Questo a testimonianza di una tendenza che vuole un minor numero di persone (eliminando dunque la massa), ma una miglior gestione e di conseguenza un servizio pi? curato. Esempi come le capanne del Monte Bianco (300 e pi? posti) non fanno altro che degradare l?ambiente alpino che ci circonda.
I proprietari
In Ticino vi sono due societ? alpinistiche proprietarie di capanne: il CAS (3 sezioni ticinesi) che possiede 11 capanne, e la FAT (16 sezioni) che possiede 30 capanne. Vi sono inoltre i patriziati con 17 capanne, gli amici della natura con 2 capanne, e ancora 11 capanne che sono private o di altre associazioni. Le societ? si occupano personalmente della manutenzione e della gestione degli stabili, a volte con grossi sacrifici sia dal lato finanziario sia dal lato lavorativo; ?, infatti, sempre pi? difficile far fronte alle spese di gestione e di manutenzione, specialmente per societ? che possiedono pi? capanne, ma nessuna col numero di pernottamenti citati nel capitolo precedente!
Il volontariato ? in continuo calo, perci? bisogna pagare delle imprese (che salgono con l?elicottero!) per eseguire lavori tecnici, oltre a questo vi sono le assicurazioni che incidono non poco sui bilanci di una capanna. Il contratto standard con i guardiani ? quello secondo il quale il gestore incassa bibite e pasti, mentre la sezione i pernottamenti pi? un piccolo affitto dato dal guardiano: se calcoliamo che una capanna media registra 1?200 pernottamenti con un costo per notte (media tra adulti e ragazzi) di Fr. 10.- il calcolo ? presto fatto!
Le comodit?
?Purtroppo? i visitatori che si recano nelle capanne alpine sono divenuti sempre pi? esigenti, vogliono tutti i confort che trovano al piano e non capiscono che a 2?000 metri vi sono difficolt? logistiche (acqua, energia elettrica, trasporti) da non sottovalutare. Visto che nel commercio vige la regola della richiesta ? offerta, i proprietari degli stabili alpini si sono dovuti adattare, per questo motivo troviamo capanne con determinati confort, che per molte persone sono un affronto ai nostri vecchi che hanno costruito i primi rifugi (la prima capanna ticinese ? il Campo Tencia e risale al 1912), ed alla regione che ospita la capanna. Altra tendenza che ha contraddistinto l?architettura interna delle nostre capanne negli ultimi anni, ? l?offerta al guardiano di un piccolo ?appartamento?: la piccola e scomoda stanza per il guardiano ? stata sostituita da un?ampia cucina dotata di un angolo dove il guardiano pu? mangiare tranquillamente, da un collegamento diretto con la dispensa e da una stanza dotata di servizi igienici privati con doccia. Pensando a questo mi torna in mente la cucina dell?Adula UTOE, dove la Miriam, dinanzi a cento persone, cucinava e preparava i pasti in una misera cucina unicamente con un bancone quale divisione dai clienti.
Confort analizzati su 71 capanne principali:
servizi igienici interni con docce: 58; piumoni: 24; copertura natel: 59; birra alla spina: 14; piccole stanzette: 20.
I guardiani
Figure particolari e assai carismatiche delle nostre capanne: chi non ricorda quei ?burberi? di una volta che ti assalivano se entravi con gli scarponi in capanna o se osavi chiedere una birra mentre stavano consumando la loro cena; oggi ? cambiato, ma capita ancora che in una capanna di 80 posti le uniche 20 persone presenti siamo sistemate tutte (schiacciate) nella stessa camera, questo per non sporcare altri locali ?(!)
? sicuramente un lavoro duro e faticoso, anche se ? concentrato unicamente su quattro mesi l?anno. Al giorno d?oggi non si parla pi? di guardiani ma di gestori: infatti, ? una professione che si avvicina pi? all?esercente che non all?alpinista con passioni culinarie. Con l?affermarsi dell?elicottero (o meglio con i prezzi pi? accessibili) si sono notevolmente ridotti i trasporti da valle con sacchi che incurvavano anche le spalle pi? robuste; comunque la gestione di una capanna ? sempre una professione dura che non ha orari, ed in caso di brutto tempo, la solitudine e la malinconia accompagnano le uggiose giornate. Non si pu? restare con le mani in mano aspettando gli escursionisti, bisogna improvvisarsi tecnici del marketing: trovare nuove escursioni con partenza dalla capanna, chiodare piccole palestre di roccia per i bambini, pubblicizzare e promuovere i propri prodotti (torte nostrane, birra alla spina, grigliate, ?) scrivere articoli sulle riviste specializzate, inventare prospetti e siti internet, stampare cartoline che invogliano alla visita, invitare giornalisti, il tutto sapendo che la sezione non ha i mezzi finanziari per sostenere queste iniziative e che Ticino Turismo non pu? arrivare dappertutto (!)
Conclusioni
Concludiamo il breve viaggio nelle nostre capanne, constatando che queste strutture alpine offrono un servizio d?alto livello, contribuendo non poco alla valorizzazione del nostro territorio ed all?incremento del turismo in Ticino. La neonata pubblicazione sulle capanne, mi ha dato lo spunto per questo. Sono altres? convinto che un libro di questo genere possa aiutare le capanne ticinesi a farsi conoscere, dimostrando quanto un piccolo cantone al sud della Svizzera (o visto i tempi che corrono, al centro dell?Europa?) riesce a fare per offrire agli escursionisti svariate possibilit? di ristoro nelle nostre vallate alpine e prealpine. Aspetto volentieri vostri spunti o commenti cos? da poter aggiornare e completare la ristampa di questa pubblicazione.
Non mancate di visitare il sito di Massimo Gabuzzi che ? un punto di riferimento per tutti coloro che amano la montagna ticinese. Il sito raccoglie infatti le capanne e i rifugi del Ticino e della Mesolcina. www.capanneti.ch
Capanne e rifugi del Ticino e della Mesolcina
Di Massimo Gabuzzi
Salvioni Edizioni
Formato: 12×18 cm, 216 pagine con oltre 200 foto a colori, rilegatura cartonata, plastificata
CHF. 36.-
ISBN 88-7967-107-3
Il libro ? disponibile in tutte le librerie del Ticino o presso la Salvioni Edizioni, Via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona, tel. 091 821 11 11, fax 091 821 11 12, info@salvioni.ch, www.salvioni.ch.