Consigli per fotografare in Inverno: in montagna, ma anche in altri luoghi.
Rivista 172 – Gennaio 2019
Consigli per fotografare in Inverno: in montagna, ma anche in altri luoghi.
Di Cesare Re
L’inverno offre molte possibilità fotografiche. Il freddo non deve scoraggiare, anzi rende il paesaggio molto interessante. I colori, col cielo terso, divengono più intensi. Le albe e i tramonti, con un po’ di vento, assumono colori sgargianti. Il paesaggio innevato, spesso, assume suggestioni estetiche particolari. La luce, bassa e radente di stagione, evidenzia la materia. Il ghiaccio è uno degli elementi più effimeri e ricco di spunti. Anche alcuni animali, a volte, risultano più semplici da fotografare quando si muovono nella neve.
Occhio al freddo
Procediamo con ordine, iniziando con qualche precauzione. Muovendosi in montagna, teniamo presente che le giornate sono piuttosto corte, con poche ore di luce. Occorre, quindi, organizzare le proprie escursioni con cura e maggiore attenzione, per non trovarsi a camminare al buio. Muoversi in ambiente innevato richiede attenzione, preparazione e conoscenza della montagna. Per l’attrezzatura fotografica, sono da tener presenti gli agenti atmosferici: pioggia, neve e freddo. Le batterie, a climi freddissimi, tendono a non funzionare perfettamente. Può essere che qualche funzione della fotocamera risulti rallentata. In caso portiamo batterie di scorta, da tenere il più possibile al caldo, magari in una tasca, a contatto col corpo.
Alba e tramonto.
Le giornate brevi consentono di fotografare alba e tramonto, in orari più agevoli, più tardi la mattina e nel tardo pomeriggio, invece che a sera inoltrata. I tramonti e le albe, nelle giornate invernali soleggiate, sono coloratissimi, perché l’aria è più limpida e tersa, soprattutto se c’è un po’ di vento. In montagna, questo effetto di “tutto terso” è ancora più accentuato. Oggi informarsi sull’orario di alba e tramonto è semplicissimo, grazie a molti siti web. Occhio che, a seconda della stagione e della posizione geografica, cambia anche l’illuminazione su un gruppo montuoso che, a inizio inverno, per esempio, può essere teatro di un bellissimo tramonto, ma successivamente può subire il mutamento delle condizioni di luce. Per sapere se una cima è illuminata, o meno, a seconda di orario e stagione è possibile utilizzare alcune app, come per esempio “The Photographer’s Ephemeris” (www.photoephemeris.com/). Si inserisce la data e il nome del luogo, o della cima, e il programma informa su orari e direzione della luce. Dal punto di vista tecnico, il fattore più critico è la misurazione dell’esposizione, visto che, in queste situazioni, la presenza di luci e ombre e di forti contrasti è notevole. Si misura, quindi, l’esposizione nella parte più luminosa dell’immagine, preservando le alte luci. In caso contrario si rischia la sovraesposizione. Meglio, a prescindere, ottenere un’immagine con le luci esposte correttamente e le ombre un po’ più scure. In post, infatti, è più semplice recuperare le ombre, rispetto alle luci. Come nella maggior parte delle fotografie di paesaggio, la profondità di campo è un fattore importante. Si useranno, quindi, diaframmi da medi a chiusi (da f8 a f11, f 16); i conseguenti tempi lunghi, richiedono l’uso del treppiede. Gli iso, per avere maggiore qualità di immagine e assenza di rumore digitale, devono essere i più bassi possibili, intorno ai 100.
Nebbia e brutto tempo
Anche nelle giornate nebbiose le opportunità non mancano; si possono, infatti, sfruttare le atmosfere ovattate e soffuse a scopo creativo, magari con le cime che spuntano dalle nubi. La presenza di nuvole, a volte, trasformano l’estetica della montagna, occludendone una parte e facendo sì che ne spuntino solo alcuni particolari. Questo fattore rende l’impatto visivo di una cima, molto diverso. Misureremo l’esposizione sulla parte visibile delle cime. Le focali lunghe, spesso, tendono ad evidenziare “l’effetto nebbia”, poiché i diversi piani dell’immagine risultano compressi tra di loro.
Texture
In fotografia, la texture è la materia di cui sono fatte le cose: la rugosità della corteccia di un albero, i rilievi di una foglia con le sue venature oppure la forma corrugata di una roccia. Per riprendere ed evidenziare la materia, è necessario che la luce del sole sia bassa e radente: poco prima del tramonto e poco dopo l’alba. In inverno, però, la luce è ovviamente più bassa anche in altri orari della giornata. Se si evitano gli orari centrali della giornata si possono ottenere, comunque, foto interessanti. Per fotografare, per esempio, la texture di una corteccia, è necessario posizionare la lente dell’ottica il più possibile parallela al soggetto, per aumentare la profondità di campo. Si utilizzano diaframmi abbastanza chiusi, in modo da ottenere una buona profondità di campo (f 11, f16). Gli iso, per ottenere immagini molto nitide e con assenza di rumore digitale, saranno bassi. Si consiglia, quindi, l’uso del cavalletto. Le ottiche migliori sono quelle macro, o con funzione macro.
Foto d’architettura
La luce invernale è, invece, più difficile da “addomesticare” per fotografare paesi e borghi alpini. E’, infatti, una luce dura e crea molte ombre che definiscono bene il soggetto, ma non consentono sempre l’illuminazione uniforme di un edificio. Può capitare, infatti, di trovare la facciata di una chiesa, o di un palazzo, in luce solo per metà. In questi casi è necessario tornare nella location in un momento più opportuno, con il sole che illumini la facciata per intero.
Neve
Ovviamente, il vero classico dell’inverno è, però, la neve, con paesaggi montani imbiancati che regalano atmosfere veramente particolari. Il momento migliore, in questi casi, è appena dopo una copiosa nevicata, quando gli alberi sono ancora ammantati di candida e bianca neve. Attenzione che alle prime ore di sole, molto probabilmente, la neve inizierà a colare dagli alberi, soprattutto dai larici che, senza aghi, non offrono molte superfici cui aggrapparsi; gli abeti, invece, mantenendo gli aghi anche in inverno, consentono ad una quantità maggiore di neve di continuare a decorarli più a lungo. Come per tutti i generi di fotografia, oltre ai paesaggi di grande respiro, urbani o naturali, è interessante dedicarsi anche ai particolari. Oltre a fotografare un albero, per esempio, può essere interessante anche scattare immagini ad un particolare dello stesso. Infine, per una rivista come Vivere la Montagna, impossibile non ricordare la fotografia di escursionisti in ambiente innevato, un genere di immagini utili per illustrare un trekking o una gita fuori porta. Sembra banale, ma la cosa più importante è “convincere” i propri compagni d’avventura ad indossare abiti colorati, sgargianti, in modo che possano spiccare sulla massa bianca della neve, o lungo un sentiero nel bosco, magari con gli alberi spogli e monocromatici. Anche in questo caso valgono le elementari regole del ritratto: messa a fuoco sugli occhi, attenzione ai tagli (piedi, mani, ecc) e occhio alla posizione del soggetto stesso, da preferire non nel centro dell’inquadratura.
Quanto è bianca la neve ?
Rendere la neve bianca, in fotografia, può essere un problema. L’esposimetro della fotocamera è tarato sulle tonalità medie, riconducibili al grigio medio che riflette la luce al 18 %. In breve, ciò significa che se fotografo un rosso, un verde, un giallo, avrò un rosso medio, un verde medio e un giallo medio. Sulle tonalità estreme, invece, ovvero sul bianco e sul nero, le cose funzionano diversamente: il nero e il bianco, in fotografia, vengono restituiti dall’esposimetro interno della fotocamera, come dei grigi (o tonalità assimilabili al grigio), nonostante il firmware della fotocamera intervenga modificano e migliorando la situazione e rendendoli meno grigi e, tendenzialmente, più bianchi e più neri. Questo intervento, però, non è spesso sufficiente a rendere il bianco veramente bianco. Si procede, quindi, in questo modo: si misura la neve in spot e poi si sovraespone per un valore compreso tra 1 e 2 stop, a seconda della fotocamera e dell’ottica in uso. E’, quindi, necessario fare qualche prova e vedere come reagisce la nostra attrezzatura, a seconda delle situazioni e stabilire quanto deve essere l’entità della sovraesposizione. Per essere più sicuri del risultato finale, si possono fare due, tre scatti, scegliendo poi quello più idoneo. Attenzione che, a volte, per ottenere la neve bianca, si rischia di sovraesporla, rendendola, in alcuni punti, trasparente. È necessario, quindi, trovare un punto di equilibrio tra corretta esposizione e bianco della neve.
Ghiaccio e acqua
Altro elemento immancabile della fotografia invernale è il ghiaccio, in tutte le sue declinazioni, ma soprattutto in ambiente naturale. La sua manifestazione più bella rimane comunque in fiumi, torrenti e cascate e in tutte le forme d’acqua. Calarsi in un torrente, facendo attenzione a non scivolare, può consentire al fotografo di ammirare un mondo nuovo, con una miriade di piccoli soggetti ghiacciati. L’effetto seta dell’acqua si ottiene con iso bassi, diaframmi chiusi e tempi di posa conseguentemente lunghi. Si usa sempre il cavalletto. Il top è l’immagine con la presenza di acqua mossa e qualcosa di fermo, in contrapposizione, come le rocce, o le varie forme di ghiaccio. Anche se siamo su “Vivere la Montagna”, in “ambiente acqua”, merita una citazione anche il mare, soprattutto quando è mosso. Le onde offrono spunti interessanti, lontani dallo stereotipo della spiaggia estiva. Il momento più interessante, per scattare, è quello della risacca, ove l’onda si ritira e lascia scoperte parti di roccia e sassi.
Animali
In inverno la sagoma di stambecchi e camosci tende a spiccare sulla neve bianca. Spesso i volatili, in cerca di cibo, tendono ad avvicinarsi ai paesi, o ai giardini, rendendo più facile avvicinarsi. In ogni caso, è importante ricordare di mantenere la distanza e di non disturbare gli animali, in quella che è, per loro, la stagione più difficile. Vista la presenza della neve che riflette molta luce e potrebbe ingannare l’esposimetro, si consiglia di misurare l’esposizione in spot, sul soggetto stesso, in modo da avere l’animale correttamente esposto, anche se la neve potrebbe risultare leggermente più chiara.